Museo a Meina

Il Museo Meina rappresenta il parco culturale del Lago Maggiore, offrendo un microcosmo affascinante per esplorare la natura e le scoperte attraverso linguaggi multimediali, all’interno del meraviglioso complesso storico del Parco dello Chalet di Villa Faraggiana.

È un’esperienza coinvolgente che unisce cultura, storia, allestimenti digitali 4.0 e l’ambiente, adatta a tutta la famiglia!

Il museo Meina

Il Museo di Villa Faraggiana, noto oggi come Museo Meina, ha origini nel lontano 1889. Con un passato glorioso che lo ha reso un simbolo della vita sociale e culturale del Lago Maggiore, ha subito un periodo di chiusura che ha minacciato il suo futuro. Tuttavia, nel 2015, ha riaperto le sue porte. Oggi, il Museo Meina si presenta in una nuova veste, come un parco culturale dedicato alle famiglie, offrendo allestimenti innovativi e percorsi interattivi che esplorano la natura, la storia e le nuove tecnologie.

Il Museo Meina è gestito dalla Fondazione UniversiCà, un’organizzazione che ha realizzato diversi luoghi culturali nell’Alto Piemonte. La Fondazione è stata incaricata dal Comune di Meina di rivitalizzare il Museo di Villa Faraggiana, il quale era chiuso e gli edifici erano in uno stato di degrado fino al 2015.


Un percorso emozionante adatto a tutta la famiglia, che unisce passato, presente e futuro attraverso la natura e le esperienze multimediali. Questa è l’originale proposta del Museo Meina, il cultural park situato sulle rive del Lago Maggiore, che ha recentemente ottenuto visibilità sui canali Rai.

Il magnifico complesso si trova nel Parco dello Chalet di Villa Faraggiana a Meina (NO) e offre diverse esperienze di visita che creano un affascinante viaggio nel tempo. Il punto forte dell’offerta di visita è “IMAGO”, un viaggio multimediale in 4D attraverso le esplorazioni.

Una volta entrati nelle suggestive sale dello chalet-museo, sia i bambini che gli adulti saranno trasportati come per magia tra le pagine di un racconto interattivo, seguendo le avventure di un narratore virtuale che viaggia attraverso i secoli. Lungo il percorso, si incontreranno grandi personaggi del passato che hanno lasciato il segno nella storia del Lago Maggiore, tra fantasia, scienza, storia e arte. Si tratta di un itinerario dedicato alle esplorazioni e alle scoperte che hanno cambiato il nostro modo di vivere.

Sarai sorpreso dagli effetti multimediali coinvolgenti che il Museo offre: le sale prenderanno “magicamente” vita con proiezioni video, esperienze sensoriali, ologrammi, effetti tridimensionali, suoni, luci e persino esperienze stereoscopiche. Potrai passare da pagine di un grande libro a una tempesta virtuale, da una nevicata a una galleria con opere d’arte che parlano, e persino viaggiare nello spazio.

Oltre allo chalet-museo, il percorso di visita del Museo offre un itinerario immerso nella natura. Partendo dai maestosi vivai liberty di Villa Faraggiana, recentemente restaurati dalla Fondazione UniversiCà che gestisce il luogo, potrai ammirare essenze esotiche e locali. Grazie a pannelli fotografici e video con super-ingrandimenti, potrai conoscere da vicino il meraviglioso mondo delle farfalle e degli insetti.

La visita interattiva continua nel parco collinare interattivo, dove troverai specie botaniche autoctone e tipiche del microclima mediterraneo temperato. Qui potrai accedere a contenuti direttamente dal tuo smartphone, scoprendo curiosità, storia e persino un gioco virtuale per accompagnare i più piccoli alla scoperta dell’area verde. Il Museo fa parte del network “Ville e giardini del Lago Maggiore”, promosso dal Distretto turistico dei Laghi.

Per i più piccoli, c’è anche la “Magic Area”, dove potranno vivere esperienze che combinano fantasia ed educazione. Potranno creare disegni tematici che si trasformeranno in tempo reale in animazioni che riempiranno l’ampio spazio multimediale. Inoltre, saranno proposti cartoni originali educativi dedicati all’ambiente.

L’eredita della Famiglia Faraggiana

Lo chalet-museo è stato costruito nel 1889 su richiesta della famiglia Faraggiana, una delle più influenti e rispettate nel territorio piemontese dell’epoca. A Meina, la famiglia possedeva una sontuosa residenza con una villa, scuderie (attualmente non visitabili), serre, lavanderie e un parco di 7 ettari. Questo luogo divenne immediatamente un centro culturale e sociale per l’alta borghesia.

All’interno dell’edificio museale erano esposti trofei di caccia provenienti dai safari di esplorazione di Alessandro Faraggiana, un membro della Società Geografica. Oltre a ciò, erano presenti anche utensili delle popolazioni africane. Nel parco si trovavano animali provenienti da luoghi esotici e locali, portati da Alessandro. Dopo la loro morte, venivano tassidermizzati ed esposti nel museo.

Successivamente, il complesso fu donato alle Suore del Beato Palazzolo di Bergamo, che lo trasformarono in un ospizio, mentre le collezioni originali furono trasferite altrove. Nel 2006, il Comune acquisì il Museo e parte del parco. A partire dal 2015, dopo lunghi periodi di chiusura, il Museo ha iniziato una nuova fase, grazie ai percorsi di visita promossi dalla Fondazione UniversiCà, che combinano natura e multimedialità, ispirandosi al ricco patrimonio materiale e immateriale della famiglia e del territorio.

Il grande restauro della Fondazione UniversiCà

Dopo che la Fondazione UniversiCà ha preso in carico il Museo nel 2015, nonostante alcuni interventi di conservazione promossi dal Comune di Meina nel corso degli anni, alcune aree si presentavano in uno stato di degrado significativo. In particolare, le Antiche Serre ottocentesche con la loro torretta belvedere, un patrimonio unico nel territorio, erano state abbandonate e chiuse al pubblico per oltre 60 anni.

La Fondazione UniversiCà ha promosso e completato un importante progetto di restauro conservativo e ristrutturazione degli spazi, con il sostegno della Compagnia di San Paolo. Grazie a ciò, le serre sono state riaperte al pubblico e trasformate in “vivai dei saperi”, offrendo attività laboratoriali di visita botanica-culturale.

Un anno di lavori di restauro ha restituito alla comunità un prezioso patrimonio simbolico, accompagnato dalla creazione di nuovi percorsi di visita e dall’aggiornamento tecnologico del Museo, che è stato completamente digitalizzato in fibra ottica per offrire visite multimediali.

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