La Collegiata della Natività di Maria Vergine ad Arona, un vero e proprio gioiello architettonico che si erge a simbolo della città. La sua bellezza non risiede solo nelle forme armoniose e nell’imponenza della struttura, ma anche nella ricchezza di storia e arte che custodisce al suo interno.
Gli aronesi nutrono un affetto particolare per la Collegiata di Arona, che rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella vita spirituale e culturale della comunità. L’imponente edificio domina il panorama cittadino con la sua elegante mole, testimoniando il glorioso passato di Arona e la sua fervida fede.
Al di là del suo valore architettonico, ad Arona, la Collegiata Santa Maria, vanta un patrimonio artistico di inestimabile valore, annoverando opere di maestri come Gaudenzio Ferrari, il Morazzone e Carlo Francesco Nuvolone.
Ogni angolo della chiesa trasuda storia e devozione, invitando i visitatori a non perdere l’occasione di visitare la chiesa collegiata di Arona, durante un soggiorno nella Città di Arona.
Chiesa di Santa Maria Nascente, Arona
Se state programmando una vacanza e non sapete cosa vedere sul Lago Maggiore in 2 giorni, Arona rappresenta una tappa imperdibile. Qui, dove il lago si apre in ampi panorami e la storia si intreccia con la bellezza paesaggistica, sorgono due gioielli che meritano di essere visitati: la Collegiata della Natività di Maria Vergine, nonché la chiesa parrocchiale di Arona, diocesi di Novara, e il Museo Civico Archeologico.
Sulle fondamenta di una precedente chiesa risalente all’XI secolo, nota come “Chiesa vecchia di Santa Maria”, si erge oggi la Collegiata di Santa Maria Nascente, un gioiello architettonico che domina il centro storico di Arona. Il campanile della struttura originaria, sopravvissuto al tempo, si staglia discreto sul retro del nuovo edificio, quasi a voler custodire la memoria del passato.
Collegiata della Natività di Santa Maria: storia e costruzione
Sulla scorta di preziosi documenti storici, possiamo ricostruire le vicende che hanno portato alla nascita della Collegiata della Natività di Maria Vergine ad Arona.
Prima dell’edificazione della “Chiesa Nuova”, come viene spesso chiamata la Collegiata, sorgeva sul medesimo sito una “Chiesa Antica di Santa Maria”, risalente all’XI secolo. Di questa chiesa originaria, oggi rimane solo il campanile, elemento silenzioso che custodisce la memoria del passato e si staglia discreto sul retro del nuovo edificio.
La data precisa del completamento della “Chiesa Nuova” rimane avvolta nel mistero. Tuttavia, due importanti documenti ci offrono preziosi indizi sulla sua storia costruttiva. Il primo, un manoscritto redatto dall’Abbazia dei Santi Gratiniano e Felino in data 24 dicembre 1467 e conservato presso l’Archivio di Stato di Torino, attesta che un gruppo di famiglie fu incaricato di nominare un cappellano per la cappella di San Giovanni Battista, “restaurata presso la Chiesa Nuova di S. Maria nel borgo di Arona”.
Una seconda conferma arriva da un atto notarile del 1468, sempre conservato nell’Archivio di Stato di Torino, che, nell’inventario dei beni immobiliari dell’Abbazia, menziona un diritto di passaggio dal presbiterio della “Chiesa Nuova” su alcuni terreni dell’abbazia situati tra di essa e la chiesa di Santa Maria (probabilmente ancora presente a quel tempo).
Questi documenti, pur non fornendo una data certa per il completamento della “Chiesa Nuova”, attestano con certezza che entro il 1468 la cappella di San Giovanni Battista era già stata restaurata all’interno del nuovo edificio.
La costruzione della Chiesa della natività di Maria Vergine ad Arona non fu un’impresa solitaria, ma il frutto di un forte impegno collettivo da parte della comunità aronese. Nel 1488, un contratto d’appalto sancì la volontà popolare di dare vita al nuovo edificio. Tre cittadini di Arona vennero incaricati di provvedere alle opere e ai materiali necessari per la realizzazione di tre cappelle all’interno della “Chiesa Nuova”, come veniva allora chiamata la Collegiata.
In quel periodo, a pochi passi di distanza, l’abbazia era impegnata nella ricostruzione della Chiesa dei Santi Martiri. Si creò così una sorta di competizione tra i due cantieri, che spinse gli aronesi ad accelerare i lavori della loro chiesa. Con tenace determinazione, decisero di consacrare la Collegiata di Arona il 12 marzo 1488, pur non ancora completata, per ottenere il riconoscimento ufficiale come chiesa cittadina e svincolarsi così dalla dipendenza dalla Chiesa dei Santi Martiri.
Nonostante la consacrazione, i lavori proseguirono per diversi anni. Ancora oggi, non è stato possibile risalire al disegno architettonico originale né all’identità del progettista che ideò la Parrocchia Natività di Maria Vergine – Arona.
Consacrazione della Collegiata di Arona
La consacrazione della Collegiata di Santa Maria Nascente, avvenuta il 12 marzo 1488, segnò un momento fondamentale nella storia di questo gioiello architettonico. Sebbene ancora incompleta, la chiesa assunse ufficialmente il ruolo di chiesa cittadina, svincolandosi dalla dipendenza dalla Chiesa dei Santi Martiri.
In quel giorno, la facciata della Collegiata si presentava in sasso calcareo della rocca, lo stesso materiale impiegato nell’attuale facciata, ma priva di aperture laterali. Già campeggiava sulla sommità del portale la composizione scultorea della Natività, incorniciata dagli stemmi dei Borromeo.
L’interno era spoglio di decorazioni e arredi. Le tre cappelle laterali non erano ancora state costruite, mentre la cappella maggiore, priva di coro e abside, era chiusa da un muro all’altezza del secondo arco e ai lati. Al centro troneggiava l’altare maggiore.
Durante la cerimonia di consacrazione, la chiesa venne ufficialmente denominata “nuova chiesa della Beata Vergine del borgo di Arona, della diocesi di Milano”. Nel 1608, su espressa richiesta del Cardinale Federico Borromeo, le fu aggiunto il titolo “della Natività”, a sottolineare la devozione mariana che ispirava questo luogo sacro.
Tra i personaggi che maggiormente influenzarono la storia della Collegiata di Santa Maria Nascente ad Arona spicca la figura del Cardinale Federico Borromeo. Egli nutriva un legame profondo con questa chiesa, tanto da definirla la sua “chiesa prediletta”.
Nel 1607, Borromeo richiese a Papa Paolo V l’elevazione della chiesa al rango di Collegiata, titolo che le fu conferito l’anno successivo. Sotto la sua guida, la Collegiata conobbe un periodo di grande splendore, grazie a numerosi restauri, ampliamenti e opere d’arte.
Borromeo finanziò personalmente la realizzazione delle vetrate, il restauro dell’organo e la sontuosa decorazione interna con stucchi e affreschi. Inoltre, donò alla chiesa un prezioso ciclo di tele del Morazzone, che ancora oggi impreziosiscono le navate.
Il suo legame con la Collegiata si espresse anche attraverso la donazione del palio della mitra e del bastone pastorale di suo fratello, Carlo Borromeo. Questi oggetti, di grande valore storico e religioso, rappresentano una testimonianza tangibile della devozione del Cardinale verso la chiesa aronese.
Il periodo barocco vide inoltre la realizzazione del campanile, voluto dall’arciprete Carlo Litta nel 1662. L’imponente struttura, innalzata sopra l’antico campanile romanico, contribuì a definire il profilo architettonico della Chiesa della natività di Maria Vergine.
Nel corso dei secoli, ad Arona, la Collegiata di Santa Maria, subì diverse modifiche e ampliamenti che hanno contribuito a definire il suo aspetto attuale. Un’importante trasformazione avvenne in epoca barocca, quando, per volontà dell’arciprete Carlo Litta, venne costruita la cella campanaria.
Tra il 1856 e il 1910, la chiesa subì un’ulteriore serie di interventi, tra cui la costruzione del coro, il restauro del presbiterio, l’apertura di un grande oculo sulla facciata e la modifica delle finestre, che assunsero la forma a sesto acuto. L’apparato decorativo venne completamente rinnovato in stile neoromanico, conferendo all’interno della Collegiata un’atmosfera solenne e raffinata.
L’attuale pianta basilicale della Collegiata di Santa Maria Nascente presenta uno stile ibrido che mescola elementi neogotici e neobizantini. Le pareti interne sono rivestite in finto marmo.
Collegiata di Santa Maria Nascente ad Arona: gli interni
L’interno della Collegiata di Santa Maria Nascente ad Arona si apre con un’armoniosa struttura a tre navate, separate da archi sorretti da pilastri ottagonali con capitelli. Le volte a crociera completano l’ambiente con un senso di solennità. L’intera decorazione interna risale alla seconda metà dell’Ottocento.
La navata centrale culmina nel presbiterio e nel coro, mentre le navate laterali si aprono su due cappelle ciascuna, con ulteriori due cappelle a concludere le navate stesse. All’interno della chiesa si conservano opere di notevole pregio, tra cui il Polittico della Natività di Gaudenzio Ferrari, composto da sei pannelli e tre piccoli riquadri alla base, oggi custodito nella cappella degli Innocenti. Le navate laterali e le cappelle sono impreziosite da un ciclo di tele mariane del Morazzone, mentre alcuni affreschi un tempo presenti nel presbiterio sono purtroppo scomparsi. Tra le altre opere degne di nota, un dipinto dell’Immacolata, opera di Carlo Francesco Nuvolone, donato alla chiesa dal Cardinale Federico Borromeo.
La ricchezza artistica e la suggestiva atmosfera della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Nascente di Arona, la rendono una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte e della cultura sacra.